Negli anni Settanta, in pieno regime di apartheid, era un laboratorio segreto per la costruzione di bombe atomiche. Oggi la centrale nucleare di Pelindaba, alle porte di Pretoria,è diventata il più importante produttore mondiale di radioisotopi per uso medico e diagnostico e contribuisce ogni anno alla cura di dieci milioni di persone in tutto il mondo
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Sul futuro della centrale però si allungano nuove ombre. «Per decenni, il mercato dei radioisotopi è stato visto come la faccia pulita del nucleare di Stato - spiega Rob Adam, ceo di Necsa -. I governi finanziavano i programmi nucleari e i radioisotopi costavano poco. In pratica l'industria farmaceutica è stata sovvenzionata con prodotti venduti a basso costo». Ma ora che la corsa al nucleare ha rallentato, l'industria medica deve fare i conti con una scomoda realtà: solo quattro reattori nucleari al mondo (uno dei quali, in Olanda, chiuso per manutenzione) producono radioisotopi, e il mercato è così contenuto che costruirne di nuovi risulterebbe antieconomico. Il rischio è che, come sta già accadendo, governi e privati sviluppino tecnologie alternative, più sicure e controllabili di un reattore. Mettendo così a repentaglio gli investimenti diretti a Pelindaba, uno dei simboli meno cono-sciuti ma più importanti del nuovo Sudafrica.